05.06.2020

Imparare a gestire lo stress

Lo stress è una situazione molto comune, come si può comprendere dalla familiarità che abbiamo con questa parola. La sua radice rimanda al latino strictus, e cioè stretto, che provoca tensione e ci mette a disagio. Contrariamente a quanto potremmo pensare, però, lo stress non è sempre negativo. Quando viene liberato, infatti, un corpo che si è trovato in temporanea costrizione, rilascia energia e in genere trova una strada per tornare alla sua forma originaria o per approdare, talvolta, a una forma migliore. Perché questo accada, il corpo deve avere una certa elasticità e lo stress deve essere proporzionato alla sua capacità di opporre resistenza, senza prolungarsi nel tempo. In caso contrario può produrre dei danni assai difficili da riparare. Se trasferiamo questi concetti alla nostra vita, è facile comprendere che uno stato di tensione temporanea, anche acuto, può essere superato e addirittura rivelarsi salutare, perché ci stimola a cercare soluzioni per ritrovare l’equilibrio. Viceversa, uno stress protratto nel tempo è sempre negativo, come tutte le situazioni croniche. Il livello accettabile è soggettivo, per molti un po’ di tensione è sinonimo di concentrazione, per altri è un elemento paralizzante. Una cosa però ci accomuna tutti: superata la nostra soglia personale perdiamo lucidità e fatichiamo a tornare ai nostri ritmi abituali. Tutto questo avviene in modo automatico, senza che ce ne rendiamo conto, ed è proprio in quel momento che lo stress si acutizza, portandoci in un vicolo cieco. Un effetto collaterale molto diffuso, infatti, è che venuta meno la ragione che ci ha condotto allo stress, anziché fare tesoro dell’esperienza e correre ai ripari, per esempio destinando una parte del nostro tempo alla pianificazione, ci sediamo, vinti dallo sforzo e in attesa del prossimo picco.

Le cause di stress sono molteplici, la richiesta di performance sempre più elevate, un impegno troppo gravoso, un cambiamento improvviso, un confitto mal gestito o un cattivo rapporto con un collega o con il proprio superiore, l’incertezza sul futuro. Quali ne siano le ragioni, con gli strumenti adeguati possiamo imparare a gestirlo. Un buon metodo è certamente quello di soppesare le situazioni prima di agire. Dare alle cose il giusto peso ci permette di classificarle in due macro-categorie: ciò che è in nostro potere cambiare e ciò non dipende direttamente da noi. Sulle prime dobbiamo intervenire, con le seconde dobbiamo imparare a convivere, lavorando sui noi stessi per affrontarle in modo costruttivo. Gestire al meglio lo stress richiede inoltre una buona dose di fiducia in se stessi, capacità nei rapporti interpersonali, di tenere in equilibrio vita privata e personale, di dire qualche no. Tutti strumenti che possiamo coltivare da soli o con l’aiuto di un buon coach.

 

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