24.10.2019

L’arte di farsi ascoltare

Saper comunicare è uno dei temi centrali dei nostri giorni. Farsi comprendere, persuadere gli altri, ottenere un risultato grazie a un messaggio ben confezionato sono arti che tutti vorremmo padroneggiare, perché sappiamo che nella vita possono fare la differenza. Ogni giorno, infatti, comunichiamo per innumerevoli scopi e lo facciamo in vari modi: in forma verbale, parlando o scrivendo; con il linguaggio para-verbale, modulando il tono, il volume, il ritmo della nostra voce; e persino con il nostro corpo, avvicinandoci o allontanandoci dall’interlocutore, gesticolando, assumendo un’espressione nel volto. Tuttavia, dalla metà del secolo scorso, il moltiplicarsi dei canali e delle occasioni pubbliche ha allargato enormemente la platea delle persone interessate a migliorare le proprie capacità comunicative. Non per nulla l’impatto della comunicazione sulla vita personale e professionale è stato indagato da sociologi, filosofi e semiologi, che sull’argomento hanno scritto intere biblioteche. Nessuno di loro, però, ha trovato una formula univoca per definire questo processo, che mantiene in sé qualcosa di misterioso, come ogni relazione. La comunicazione, infatti, non è un atto solipsistico, bensì un passo a due, che deve essere calibrato in funzione del proprio compagno. Persino un messaggio confezionato con le migliori intenzioni può risultare criptico o addirittura aggressivo se non è nelle corde di chi lo riceve. Comunicare, infatti, vuol dire in primo luogo trovare una chiave di lettura, accordare il proprio registro su quello di chi ascolta, che sia un singolo, un gruppo o una platea, come accade per esempio ai leader e ai personaggi pubblici. Sono loro a comunicare per ottenere un risultato che ritengono funzionale a una collettività: per produrre una reazione e ottenere il risultato auspicato il loro messaggio deve essere chiaro e coinvolgente. Il loro è un lavoro di sintesi in cui entrano in gioco la scelta dei vocaboli, il linguaggio para-verbale e non verbale e la retorica, che è un po’ la capacità di creare mondi che è in ascolto giudicherà abitabili e persino confortevoli. Per questo, nell’antichità classica, la disciplina del parlare e dello scrivere era una parte fondamentale dell’educazione letteraria. Ancora oggi ci aspettiamo la stessa capacità da chi ha il compito di immaginare il futuro, perché comunicare in modo efficace significa soprattutto avere le idee chiare, porsi degli obiettivi a breve, medio e lungo termine e raggiungerli risparmiando tempo e risorse. E non diversamente da quanto accadeva in passato, quest’arte può essere esercitata insieme a un professionista, proprio come in un dialogo virtuoso.

 

Se anche tu hai bisogno di una spalla per guardare lontano, sarò felice di risponderti.