24.07.2019
In un precedente articolo abbiamo parlato delle convinzioni limitanti: tra i fattori che ci impediscono di essere padroni della nostra vita, forse il più ostinato. Si tratta, come abbiamo visto, di sovrastrutture, costruzioni della nostra mente delle quali dobbiamo spogliarci se vogliamo attraversare il confine simbolico che separa ciò che siamo, un limbo fecondo di possibilità, da quello che potremmo essere se riuscissimo a esprimere a pieno il nostro potenziale. Spesso non ne siamo capaci, per la semplice ragione che non riusciamo a vederlo. Per farlo, infatti, dovremmo avere consapevolezza di noi stessi, e sebbene possa apparire la cosa più naturale del mondo, raggiungere questo stadio è un lavoro complesso, che richiede un cambio di prospettiva radicale. Per questo molte persone scelgono di farsi affiancare in questo percorso da un coach, un professionista della crescita il cui compito, contrariamente a quel che potremmo pensare, non è fornire risposte ma suggerire domande che aiutano a crescere. Abbiamo visto, infatti, come una parte essenziale dell’essere responsabili, e dunque consapevoli, sia proprio la capacità di fornire risposte, un compito che non possiamo demandare a nessuno. E tuttavia non troveremo alcuna risposta se prima non avremo imparato a porci domande funzionali al nostro sviluppo.
Albert Einstein diceva che la cultura è ciò che rimane quando si è dimenticato ciò che si è imparato. In modo del tutto analogo, liberare il potenziale significa prima di tutto dimenticare ciò che crediamo di sapere su noi stessi e sugli altri per imparare a concentrarci sull’apprendimento anziché sulle nozioni. In altre parole, ricominciare a porsi domande. Le nozioni infatti, sebbene siano parte indispensabile del nostro bagaglio personale e professionale, diventano sterili se non sono supportate dal desiderio di migliorarsi. Non importa se siamo giovani o vecchi, ciascuno di noi ha capacità e competenze latenti. Imparare a risvegliarle, coltivare l’arte del dubbio per arrivare a nuove consapevolezze è lo strumento più potente che abbiamo per uscire dal nostro bozzolo di certezze e trasformarci in farfalle.
Se anche tu hai bisogno di una spalla per guardare lontano, contattami, sarò felice di risponderti.L
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