05.08.2020

Quando cambiare rotta ci porta lontano

Il desiderio di cambiamento è strettamente connaturato allo spirito umano. Tutti istintivamente vorremmo cambiare per migliorarci, tuttavia, come abbiamo visto nel primo articolo di questa rubrica, una cosa è il desiderio, ben altra è l’azione. Se da un lato siamo spinti a cambiare, dall’altro ci rendiamo conto che il cambiamento è faticoso perché richiede impegno e comporta dei rischi. Il primo naturalmente è il rischio di fallire, di non essere all’altezza della situazione. Temendo questo, molti di noi anziché lavorare per ottenere qualcosa, si accontentano di sognare, comodi nel loro cantuccio. Rimanere nella rotta già tracciata, infatti, ci rassicura, non a caso definiamo confort zone quel raggio d’azione che si riduce alle abitudini. È la sfera in cui ci sentiamo a nostro agio, fiduciosi nei nostri mezzi perché in quelle condizioni li abbiamo già testati. In questo habitat ci muoviamo con disinvoltura, seguendo un percorso abituale. Eppure, a ben guardare, la nostra è un’illusione: nessuna attività è a rischio zero, nemmeno stare chiusi in casa, perché anche negli ambienti familiari può capitare un imprevisto. Può capitare, soprattutto, di perdere contatto con se stessi e con i propri desideri e finire così per ibernarsi. La resistenza al cambiamento, infatti, è consolatoria, ci culla nella convinzione che ciò che accade non dipende da noi, ma è anche pericolosa perché senza cambiamento non può esserci crescita. Sulla rotta di sempre è molto difficile fare nuove scoperte, ce lo insegnano le epopee degli esploratori e la storia delle grandi invenzioni, tutte accomunate dal fatto che qualcuno ha saputo uscire da una rotta già disegnata, concependo così l’impossibile. Il cosiddetto pensiero diagonale, del resto, rimanda al metodo scientifico, che procede per falsificazione e cioè superandosi, e non perché le teorie elaborate in precedenza non fossero valide, ma solo perché si basavano sugli elementi disponibili nel momento in cui sono state elaborate. Visto in questa prospettiva, il cambiamento fa meno paura e diventa un’importante occasione di crescita, che ci aiuta a stare bene nel presente e a porre le basi per il futuro. Fare l’abitudine al cambiamento, senza subirlo ma facendone un alleato, ci predispone infatti ad affrontare in modo positivo anche i cambiamenti che non abbiamo cercato e cioè gli imprevisti, ci rende reattivi e ci stimola a far appello alle nostre risorse per trovare soluzioni alle quali non avremmo pensato. Saper gestire il cambiamento con serenità è dunque una qualità fondamentale, nella vita privata e nel lavoro, dove i cambiamenti sono all’ordine del giorno e non sempre siamo noi a deciderli. Dipende da noi, però, minimizzare lo stress e imparare a cogliere le opportunità che ci offrono.

 

Se anche tu hai bisogno di una spalla per guardare lontano, sarò felice di risponderti.