05.12.2019
Prima ancora che una guida, un leader è uno stratega, nel senso più nobile del termine, una figura che vede lontano ed è capace di leggere scenari complessi, di prevederne e orientarne lo sviluppo. Perché la sua visione si trasformi in obiettivi e poi in risultati concreti, il leader coltiva i suoi talenti, e altrettanto fa con quelli di chi gli sta accanto, affinché la somma dei suoi collaboratori si trasformi in una squadra affiatata, che rema all’unisono nella stessa direzione. Sta qui la differenza tra un manager e un leader: il primo lavora con le risorse che ha a disposizione, in modo passivo, il secondo, come attraverso un cannocchiale, vede il potenziale dei propri collaboratori e si proietta insieme nel futuro: per lui, ciò che conta non è tanto quello che i suoi collaboratori sanno fare oggi, ma quanto sono disposti a investire per migliorarsi, sulla base delle loro inclinazioni e, se necessario, sperimentando strade che da soli non avrebbero mai pensato di intraprendere. Oltre che dalla loro curiosità e del loro coraggio, questa misura dipenderà dalla fiducia che ripongono nel proprio superiore e da quanto efficacemente egli comunica i propri piani. Un leader che risponde a questi requisiti, che ispira e ripaga la fiducia e sa trasmettere agli altri la propria visione è come un direttore d’orchestra, che conosce le parti e detta i tempi di tutti; è come un genitore che non fa preferenze, ma vede chiaramente quanto sono diversi i propri figli, e non fa mai mancare loro il sostegno. Il buon leader incoraggia l’iniziativa e sa valorizzare le competenze di ognuno per il bene di tutti. Legge le potenzialità inespresse, sia quelle che affiorano a galla sia quelle invisibili ai più. Le legge e le incentiva, a costo di vincere qualche resistenza. In altre parole, non cerca di ottenere il massimo, ma il meglio, perché sa bene che una persona che esprime a pieno le sue potenzialità diventa carismatica e ispira gli altri a fare altrettanto. Niente, infatti, è meglio del buon esempio per creare sinergia e armonia tra le parti. E se le parti si muovono in armonia, tutta la squadra ne trarrà vantaggio. Essere un buon leader, avere il dono di valorizzare le competenze dei propri collaboratori, è un misto di attitudine ed esperienza, un percorso che può svolgersi interamente sul campo e che un buon coach può sostenere quando si renda necessario.
Se anche tu hai bisogno di una spalla per guardare lontano, sarò felice di risponderti.
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